Siciliani, oggi siamo andati a fare la spesa allo storico mercato di Ballarò.
Per le famiglie sta diventando sempre più costoso andare al mercato: per comprare quello che un anno fa costava 20 euro, adesso ce ne vogliono 30. I prezzi dei prodotti alimentari si fanno infatti sempre più preoccupanti, sia a causa dell’aumento del costo delle materie prime, sia per via dei rincari energetici che influiscono sui costi di produzione e di trasporto.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha confrontato i prezzi di alcuni prodotti alimentari tra marzo 2021 e novembre. Ne emerge che sono aumentati i costi delle materie prime agricole: dal 22% per il frumento al 79% per l’avena. I rincari al consumatore sono notevoli: un alimento fondamentale come la farina ha raggiunto picchi dell’81%, la pasta quasi del 40%, il latte del 60%. Perfino le patate hanno visto il prezzo aumentare del 30%.
Volete fare colazione al bar con caffè o cappuccino? Adesso vi costa il 10% in più. Siete degli amanti del pane di Monreale, in vendita ad ogni angolo delle strade di Palermo? Da settembre i panificatori monrealesi, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, hanno aumentato i prezzi del 30%.
A questi aumenti non corrisponde però un aumento dei salari delle pensioni. I siciliani vedono il potere d’acquisto dei loro stipendi calare a dismisura e la situazione diventa difficilmente sostenibile per molte famiglie, già in estrema difficoltà economica. I prezzi dei prodotti alimentari hanno raggiunto, a livello mondiale, il massimo da quasi dieci anni.
Cosa fare dunque? Il governo dovrebbe farsi carico di questi costi calmierando i prezzi e sgravando i cittadini – già provati dalla crisi sanitaria ed economica – da questo ulteriore peso.
Sua Maestà governo italiano, il popolo ha fame, chiede il pane. E anche il prezzo delle brioche è aumentato del 20%.
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