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  • Dati Inail 2021: in Sicilia un morto sul lavoro ogni 7 giorni

    Dati Inail 2021: in Sicilia un morto sul lavoro ogni 7 giorni

    I dati degli infortuni sul lavoro prodotti dall’INAIL – l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – ci mostrano le precarie condizioni lavorative dei siciliani.

    I dati sul lavoro 2020 e 2021

    Il Rapporto annuale regionale Sicilia 2020 ci indica come lo scorso anno nell’isola siano state rilevate 22.645 denunce di infortunio, corrispondenti al 3,96% del totale nazionale. Di queste, le denunce di infortunio con esito mortale sono state 91, il 5,79% del dato nazionale, in aumento rispetto sia al 2018 (+15 casi), sia al 2019 (+3 casi).

    Gli infortuni accertati positivi sono invece 15.226, di cui un quinto nella sola provincia di Catania, con 3.537 infortuni accertati; e un quinto a Palermo, dove sono stati 3.293. Gli infortuni accertati positivi con esito mortale sono invece 47. La gran parte dei morti sul lavoro in Sicilia, 40 su 47, erano lavoratori dell’industria e dei servizi. Il numero di morti più alto si registra nel campo delle costruzioni con 5 morti, e dell’agricoltura con 4 morti.

    Per quanto riguarda i dati del III trimestre (gennaio – settembre) 2021, le denunce rilevate nei primi nove mesi dell’anno sono 17.129, il 16,41% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I morti sul lavoro finora sono 44, 1 in più rispetto al III trimestre 2020.

    Le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute all’Inail tra gennaio 2020 e settembre 2021 in Sicilia sono 5.903. Otre la metà dei casi registrati si concentra nell’ultimo trimestre del 2020. Delle quasi 6 mila denunce d’infortunio, 43 sono con esito mortale – 23 avvenute nel 2020 e 20 nel 2021. La maggior parte dei lavoratori deceduti in servizio a causa del Covid provengono dai settori sanità e assistenza sociale.

    Questo lavorare non è vita

    I dati raccolti dall’ente nazionale ci dicono che quest’anno in Sicilia è morto sul lavoro in media un lavoratore a settimana. E dei lavoratori morti nel 2020, quattro avevano più di 65 anni.

    Ma questi dati non tengono conto del lavoro sommerso, che nella nostra isola riguarda circa il 20% degli occupati. Esclude dunque tutti quei lavoratori in nero che non sporgono denuncia e non accedono alle cure sanitarie. Un quadro desolante se si tiene conto anche degli alti tassi di disoccupazione dell’isola e della precarietà dell’offerta lavorativa.

    In Sicilia il lavoro manca, è precario, senza tutele e senza sicurezza. Le morti bianche sono il risultato estremo di un sistema che non produce garanzie. Dietro ai numeri di rapporti e statistiche sul lavoro, ci sono le vite di migliaia di siciliani che, ogni giorno, si ritrovano a dover rischiare la vita per portare il pane a tavola.


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