Il Comitato Senzacquaenna, dopo aver verificato che attualmente l’erogazione dell’acqua è ripresa con una sufficiente regolarità, anche se nessuno si è occupato di fornire comunicazioni ufficiali, (forse perché il quadro non è ancora definitivo ed il timore di emergenze è sempre dietro l’angolo), al fine di tenere sempre alta l’attenzione, con fatti concreti ed elementi di novità reali, in data odierna ha presentato un ulteriore esposto alla Procura della Repubblica di Enna, al fine di verificare se in tutta la vicenda emergenziale l’Ati locale abbia svolto a pieno i propri compiti istituzionali, in particolare:
se abbia esercitato appieno il “governo dell’ambito di Enna per la regolazione del Servizio idrico Integrato e, ai sensi dell’art.3, comma 2, della legge regionale I 1 agosto 2015, n.19, le funzioni già attribuite alle Autorità d’Ambito territoriale ottimale di cui all’art.148 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modifiche e integrazioni, come disciplinate dalla normativa vigente e dal comma 3 dell’art. 3 della legge regionale 11 agosto 2015 n.19 e successive modifiche ed integrazioni.” e se abbia svolto le competenze di legge di cui all’art.148 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 si riassumono nella “organizzazione, affidamento e controllo del servizio idrico integrato”.
Ci si riferisce anzitutto alla predisposizione ed aggiornamento del piano di emergenza, nonché tutte le altre attività tese alla ricerca di fonti alternative, pozzi, etc.
Ricordando che l’Ati è una unione di enti pubblici e che, come di recente affermato dal Dirigente Regionale Ing. Cocina, responsabile della protezione civile e sub commissario all’emergenza, ha la piena competenza e responsabilità sul tema acque, ricerca di pozzi, vigilanza e controllo sul gestore privato, approvazione tariffe, che peraltro ben potevano essere ridotte in ragione di una erogazione drammaticamente ridotta negli ultimi mesi estivi, come peraltro ci risulta aver proposto taluni sindaci del nisseno, il Comitato intende chiedere che gli organi giudiziari investiti del tema verifichino se vi è stata puntuale applicazione della legge o meno, ricordando anche che le norme tutte in materia, nel ribadire che l’acqua è un bene vitale, sono poste a presidio di legalità, salvaguardia dell’ambiente e della salubrità pubblica e dei diritti inalienabili dell’uomo.
AVANTI TUTTA