• Consorzi di bonifica: lavoratori in piazza contro precarietà e siccità

    Consorzi di bonifica: lavoratori in piazza contro precarietà e siccità

    Mercoledì 8 dicembre i lavoratori dei Consorzi di bonifica e il sindacato SIFUS Confali si sono ritrovati in presidio di fronte alla presidenza della Regione Siciliana per chiedere l’immediata attuazione del turnover e la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Consorzi, misura necessaria sia per la tutela degli operai che per il contrasto alla crisi idrica. Abbiamo intervistato Maurizio Grosso, Segretario Generale del SIFUS, in merito ai problemi che da anni affliggono i lavoratori del settore e le ricadute che questi hanno sulla gestione delle risorse irrigue.

    Quali sono le difficoltà che attanagliano i lavoratori dei Consorzi di bonifica e che, pertanto, li hanno spinti alla protesta?

    La crisi vissuta dai Consorzi siciliani non inizia di certo oggi; ma è il frutto di tagli progressivi da parte delle istituzioni che hanno portato alla crescente precarizzazione dei lavoratori, assunti con contratti a termine, e allo svuotamento delle Piante Organiche, lasciando gli enti a corto di personale (ad oggi mancano 500 unità tra operai, impiegati e dirigenti), limitandoli nella manutenzione delle borboniche infrastrutture idriche della Sicilia e nella fornitura di acqua alle aziende agricole.

    Pertanto, da qualche anno a questa parte come SIFUS abbiamo portato avanti una battaglia significativa per l’introduzione del turnover, poiché con la sua attuazione sarebbe stato possibile riempire le piante organiche. Lo scorso anno siamo riusciti a reperire le risorse necessarie per inserire il turnover e stabilizzare i lavoratori dei consorzi di bonifica in tre anni, nonostante l’opposizione dell’allora assessore Sammartino.

    Quest’anno, però, il presidente Schifani ha deciso di bloccare il turnover dei lavoratori, che potrà riprendere solo dopo l’attuazione di una riforma dei Consorzi di bonifica. Posto che nella sostanza non condividiamo la riforma per come è stata concepita, ma anche qualora la condividessimo, i tempi necessari per la sua applicazione porterebbero al blocco delle assunzioni. Ciò causerebbe il collasso dei Consorzi, incapaci di far fronte alla gestione delle risorse idriche in una fase già segnata da forte crisi.

    Che impatto ha avuto la malagestione dei Consorzi di bonifica da parte delle istituzioni regionali sull’aggravarsi della crisi idrica?

    Va innanzitutto tenuto conto del fatto che i lavoratori preposti all’assegnazione delle risorse idriche alle aziende agricole sono stati assunti con un contratto a termine, a disposizione per un periodo di tempo che va dai tre ai sei mesi, e la loro assunzione viene sistematicamente fatta a ridosso, se non oltre, il periodo in cui l’acqua deve essere distribuita. Di conseguenza, i Consorzi si ritrovano in ritardo e a corto di personale quando bisogna assegnare le risorse idriche ai proprietari dei terreni, rallentando il processo.

    Ciò comporta anche l’impossibilità di svolgere in anticipo lavori di manutenzione in reti idriche risalenti ai tempi dei romani. Una manutenzione preventiva permetterebbe di recuperare il 20% dell’acqua che scorre nelle tubature e che viene dispersa, ma le istituzioni non mettono i Consorzi nelle condizioni di poterlo fare.
    Discorso analogo per quanto riguarda la pulizia delle dighe: infatti, in media in ogni diga siciliana il 25% dello spazio è occupato da materiali che andrebbero rimossi, impedendo di poterne sfruttare il pieno potenziale.

    Quali sono state le risposte ricevute dall’amministrazione Schifani al termine del presidio? E quali i prossimi passi che il SIFUS intende compiere?

    Ci siamo confrontati con il Capo di Gabinetto dell’assessorato all’Agricoltura, che ha chiarito come il presidente Schifani sia irremovibile; perciò abbiamo deciso di abbandonare l’incontro. Siamo soddisfatti del numero di lavoratori presenti in piazza e andremo avanti avviando cause contro l’abuso dei contratti a termine nei Consorzi di bonifica. Non ci fermeremo fino alla stabilizzazione dei lavoratori.

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