Lo scorso 26 agosto vapori oleosi sono piovuti sul cielo di Melilli. Il fenomeno, come ha poi riferito il sindaco Giuseppe Carta, ha avuto origine dallo sfiaccolamento di una torcia causato da un malfunzionamento nell’impianto della raffineria Isab Sud di Siracusa, il polo petrolchimico più grande d’Europa, dove si raffina il 22% del carburante distribuito in tutta Italia.
A seguito dell’accaduto, l’impianto è stato posto sotto sequestro da parte della Procura di Siracusa ma, nonostante il provvedimento cautelare, l’azienda è autorizzata a mantenerlo in funzione ed utilizzarlo, pena lo stop dell’intero processo di raffinazione.
Tuttavia, la procura ha parallelamente aperto un’inchiesta in merito alla gestione della prevenzione e dei controlli da parte del personale dell’Arpa, con lo scopo di ricostruire con precisione le cause del malfunzionamento. Ciò che viene chiesto ai tecnici è una relazione sul fenomeno verificatosi qualche giorno fa, oltre a dei chiarimenti sui controlli condotti nella zona industriale del siracusano.
A detta di fonti interne all’Arpa, il malfunzionamento dell’impianto è dovuto ad una forte carenza di organico che, a seguito dei recenti pensionamenti e dell’assenza di concorsi per nuove assunzioni, appare una voragine impossibile da colmare. In vista dei possibili sviluppi dell’inchiesta, è innanzitutto l’assessorato al lavoro e al Welfare che paventa possibili cambi di strategia dell’azienda e dunque una compromissione dei livelli occupazionali.
La disastrosa gestione dell’impianto, che inquina la nostra terra e fa ammalare coloro che vi abitano, non pare essere un problema per le grandi aziende interessate soltanto a gonfiare i propri portafogli, mentre le istituzioni ignorano l’accaduto.
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