Questo pomeriggio un gruppo di studenti, prevalentemente iscritti in corsi di studio dei Dipartimenti di Ingegneria, di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche e di indirizzo Scientifico ha deciso di restituire alla comunità studentesca uno spazio dell’Università, da tempo chiuso a causa di alcuni impedimenti burocratici.
Si tratta dell’edicola posta al piano terra di fronte all’edificio 8 di viale delle Scienze, da sempre punto di riferimento per gli iscritti a Unipa, grazie all’impegno nel tenerlo aperto e attivo da parte di alcune associazioni universitarie.
Negli ultimi tempi, l’edicola è rimasta temporaneamente chiusa nell’attesa che venisse riassegnata agli studenti, che hanno avanzato diverse richieste e partecipato a diversi incontri promossi da prorettori e docenti.
«Da 5 mesi è in corso una trattativa con i vertici dell’università per ottenere la riassegnazione, che si è conclusa con rimandi, negazioni e scuse, per non ammettere che lo spazio era stato promesso a un docente di ingegneria, per fare da tramite all’approdo di una Start Up esterna a Unipa – spiega Anthony Graziano, studente di Ingegneria -. Ci sembra gravissimo perché lo spazio ha rischiato di perdere le sue finalità di luogo autogestito e aperto alla comunità studentesca, per interessi di singole aziende. Gli spazi universitari sono degli studenti e a loro devono restare.Da qui la scelta dell’occupazione».
Il nome scelto per il nuovo spazio è “Faidda”, che in siciliano significa scintilla, in linea con la scelta di trasformarlo in un punto di riferimento su tematiche come emigrazione giovanile e diritto all’istruzione in Sicilia, con l’obiettivo di riaccendere la comunità studentesca su questi temi.
«Crediamo – continua Graziano – che quando le istituzioni universitarie non riescono a soddisfare le esigenze degli studenti, sia diritto degli stessi scendere in campo e sviluppare pratiche di autorecupero degli spazi. Ed è quello che intendiamo fare da oggi. L’edicola sarà un punto di riferimento per tutti, sarà un laboratorio di saperi, di pratiche, di iniziative soprattutto volte a sensibilizzare i giovani sul drammatico fenomeno dell’emigrazione forzata. Secondo i dati Istat, l’emorragia che dissangua la nostra isola, a causa del perpetrarsi delle condizioni di svantaggio in cui versa, non si è affatto arrestata negli ultimi anni, tutt’altro: dal 2013 al 2023 i siciliani costretti all’esodo sono stati più di 200.000, principalmente giovani. Un dramma per le famiglie e per i giovani stessi, su cui bisogna assolutamente intervenire».
Gli studenti intendono porre l’accento soprattutto sulle criticità che riguardano l’Università degli studi di Palermo e sulla mancanza di investimenti adeguati. In particolare, sottolineano la carenza di aule e laboratori, di strutture residenziali pubbliche; nonché l’esistenza della figura dello “studente idoneo non assegnatario” di borsa di studio e posto letto.
«Attraverso l’apertura di questo spazio intendiamo sottolineare i problemi aperti e le soluzioni possibili, le richieste che avanziamo come studenti – conclude Graziano -. La nostra fiducia nei confronti dei vertici dell’università questa volta non era mancata, ma è stata prontamente disattesa. Speriamo adesso nel massimo supporto della governance universitaria per le nostre attività, sicuri che non verranno ostacolate, come ostacolata è risultata invece l’assegnazione dello spazio».
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