Erano 128 comuni chiamati al voto in Sicilia per questa tornata. Un importante appuntamento elettorale, da cui si riescono a trarre alcuni elementi di analisi per fotografare lo stato dei partiti nell’isola e gli orientamenti popolari a qualche mese dalla vittoria del Governo delle destre a Palazzo Chigi e a Palazzo d’Orleans.
Tra sfiducia e disinteresse, si afferma il centrodestra
L’affluenza si ferma al 56,39% e certifica il profondo disinteresse e la sfiducia dei cittadini siciliani verso la politica istituzionale. Una distanza che pesa ormai anche sulle elezioni dei Sindaci, in cui di solito si registra la maggiore partecipazione e polarizzazione visto che in ballo ci sono i temi e le scelte che riguardano la quotidianità della vita delle persone.
Dentro un quadro di profonda sfiducia, con solo poco più della metà degli aventi diritto che sono andati a votare, si conferma ancora una volta in Sicilia la capacità del centro destra di essere radicato e di riuscire a muovere e orientare voti e blocchi sociali, come il centro sinistra fa(ceva) in Toscana, Emilia Romagna e altre regioni dello Stato italiano.
A Catania, anche se mancano ancora i dati di molte sezioni, è certa la vittoria del candidato di centrodestra Enrico Trantino che ha ottenuto circa il 66 per cento dei voti. A Siracusa si andrà al ballottaggio tra Ferdinando Messina, candidato del centrodestra, e Francesco Italia, sindaco uscente sostenuto da liste civiche. Il centrosinistra unito aveva sostenuto Renata Giunta, che si è fermata al 18 per cento.
Successo, anche se con le debite proporzioni, per l’operazione politica-simbolica di Cateno De Luca, che ha scelto Taormina, una città paradigmatica e rappresentativa, perla della Sicilia, per rilanciare i suoi cavalli di battaglia: un mix di buona amministrazione e narrazione, che riesca a lanciare la città, sfruttando anche la sua visibilità mediatica e comunicativa di Sindaco e deputato regionale, al centro della scena politica.
Altro successo per De Luca a Ragusa, dove vince al primo turno il candidato sostenuto da lui e da altre liste civiche, Giuseppe Cassì.
Rimane necessario per l’opzione indipendentista, che in questa tornata non è scesa in campo, costruire una alternativa forte e credibile che possa accumulare forza sia nella società siciliana che nei singoli comuni della nostra isola. Una opzione forte, credibile e radicata che possa tornare a scaldare i cuori dei siciliani, ormai rassegnati alla cultura del meno peggio e del tapparsi il naso prima di andare alle urne (per quelli che ancora ci vanno).
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