Cara Trenitalia,
sono un ragazzo di Bagheria che frequenta da 3 anni l’Università degli studi di Palermo e che ogni giorno utilizza il treno per recarsi da casa a lezione. Quest’anno ho deciso, nonostante l’età, di fare appello a Babbo Natale per cercare di migliorare il sistema dei trasporti da cui dipende la mia quotidianità. Probabilmente, però, le lettere dei pendolari siciliani viaggiavano su un treno Trenitalia e a Babbo Natale non sono mai arrivate. Invece di un regalo, ci è arrivata una batosta peggio del carbone: un bel aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti.
In questi anni ho sentito, da parte di tutti i miei colleghi che utilizzano i tuoi mezzi, tantissime storie di disagi e disservizi. Treni sempre in ritardo, in condizioni pietose, tragitti che durano il doppio rispetto a quanto impiegherebbe un’auto, frequenza delle corse molto bassa….
A sembrarmi ancora più incredibile è che non solo chi abita a un’ora di strada da Palermo deve vivere da pendolare, ma anche chi risiede in città. Infatti, quel treno regionale – che a noi sognatori piace chiamare metro – che collega la stazione centrale all’aeroporto, passa una volta ogni mezz’ora con poche fermate prima di Punta Raisi, e addirittura ogni ora quando si ferma nelle zone periferiche della città. Tanti miei colleghi, pur abitando a Sferracavallo o Tommaso Natale, hanno un treno ogni ora per tornare a casa – sostanzialmente con la stessa frequenza di un autobus per Catania.
Nessuna di queste cose è stata migliorata con l’arrivo dell’anno nuovo. In compenso, è arrivato l’ennesimo aumento del costo dei biglietti.
È già la seconda volta nel giro di un anno che questa cosa accade, ma solo a me sembra una cosa paradossale?
Come può un servizio che non è cambiato di una virgola, che forse anzi peggiora di anno in anno, costare ancora di più?
I biglietti urbani ora costeranno €2,00 anziché €1,70; mentre, come nel mio caso, quelli extraurbani costeranno €3,90 anziché €3,70, con il prezzo che varierà anche per i rispettivi abbonamenti. Spiccioli, no? Beh, per uno studente non lo sono affatto. Io, come tutti i miei colleghi che utilizziamo i mezzi, vivo questo aumento come l’ennesimo schiaffo in faccia da parte di Trenitalia.
Mi rivolgo direttamente ai vertici dell’azienda facendo, a questo punto, appello a un briciolo del vostro buon senso. La Sicilia, come ben sappiamo, ha un grande problema per quanto riguarda il trasporto pubblico. I vostri treni, nonostante la loro condizione, sono l’unica alternativa che permette a tutti noi di spostarci per arrivare, chi a lezione e chi a lavoro. Ma questa non può essere una legittimazione per aumentare i prezzi, anche se previsto da strani contratti nazionali, come se aveste una sorta di potere di ricatto assoluto sulle nostre tasche. Vi chiedo dunque di fare un passo indietro, anche perché sono certo che, oltre a non essere il solo a pensarla così, di non essere l’unico disposto ad alzare la voce di fronte a questa ennesima ingiustizia.
Con rabbia,
uno dei tanti studenti pendolari siciliani.
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