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  • La lingua siciliana nel cuore dell’Europa: ci vediamo al Parlamento Europeo dal 6 all’8 dicembre!

    La lingua siciliana nel cuore dell’Europa: ci vediamo al Parlamento Europeo dal 6 all’8 dicembre!

    A inizio dicembre saremo ospiti al Parlamento Europeo per una due giorni dedicata alla valorizzazione del nostro patrimonio linguistico e alla necessità di promuoverlo e tutelarlo.

    Cosa succede a Bruxelles?

    Il 6 e il 7 dicembre 2023 nella capitale belga, sede delle istituzioni europee, avranno luogo gli eventi Sound and Taste of Sicily in Brussels e Unveiling Sicily and Islands Challenges: Language and Culture, che si terranno rispettivamente al Teatro Lumen e al Parlamento Europeo. Le iniziative sono state organizzate per volontà dell’europarlamentare Ignazio Corrao, siciliano che ha lavorato a lungo su temi legati alla nostra terra quali la tutela del made in Sicily e, appunto, il riconoscimento della lingua siciliana.

    «Oggi – ha dichiarato Corrao – il siciliano non ha, purtroppo, nessuna tutela né a livello nazionale né a livello regionale, con il rischio serio di perdere molto del nostro patrimonio linguistico. Ecco perché è necessario e urgente avviare un percorso di tutela e valorizzazione che superi stereotipi e stigmi che ancora oggi vedono il siciliano come una lingua di serie B o, peggio, da mafiosi, e dia la possibilità a tutti i siciliani del mondo di avere una propria lingua attraverso la quale esprimersi e riconoscersi».

    Bisogna, dunque, avviare un percorso di recupero della dignità del siciliano, risalendo alle sue radici e riaffermando la sua bellezza nell’arte, nella cultura, nella letteratura e nella musica. Gli eventi, infatti, vedranno non solo la partecipazione di illustri esperti, autorevoli docenti universitari, accademici e decisori politici che rappresentano la Regione Siciliana, il Governo e il Parlamento Europeo, ma anche artisti, musicisti e poeti come Lello Analfino dei Tinturia, Mario Incudine, Alessio Bondì, Amanda Pascali e Salvo Piparo.

    L’obiettivo dell’evento è quello di impegnare tutte le diverse anime e le istituzioni presenti su un piano d’azione per portare avanti progetti concreti, iniziative e riforme legislative che rafforzino la protezione del patrimonio linguistico siciliano. Un incontro pionieristico, considerando che ben 150 personalità, provenienti anche da oltreoceano e che hanno dedicato al siciliano la loro vita, saranno riunite per una tavola rotonda nel cuore dell’Europa.

    Un primo passo per ridare voce ai siciliani

    L’evento, nonostante abbia un orizzonte internazionale, è rivolto innanzitutto ai siciliani che, dopo l’Unità d’Italia, sono stati costretti a rifiutare la loro lingua. Siamo noi stessi, infatti, i primi a vergognarci di quello che comunemente additiamo come un dialetto locale ma che, in realtà, è una lingua originata direttamente dal latino volgare e inserita dall’Unesco tra le lingue vulnerabili. Di generazione in generazione, il siciliano si parla sempre meno e, al giorno d’oggi, le ultime generazioni non lo sanno leggere e, men che meno, scrivere. A condannare a morte la nostra lingua è soprattutto lo Stato italiano, che riconosce dodici minoranze linguistiche, molte presenti nelle regioni a Statuto speciale, ma non il siciliano, nonostante una legge regionale, la n°9 del 2011, e un successivo atto d’indirizzo della giunta Musumeci del 2018, prevedano la sua valorizzazione e l’insegnamento nelle scuole. Neanche il nostro Statuto Speciale riconosce la lingua regionale, a differenza, ad esempio, di quello sardo e friulano.

    È tempo di restituire dignità alla nostra lingua, farla uscire dalla clandestinità di un percorso, come si direbbe oggi, di “cancel culture” iniziato nel 1861, e di presentare un manifesto per riunire le forze che, in maniera diversa, vogliono promuovere il riconoscimento della nostra lingua affinché tutti i siciliani possano godere di questo immenso patrimonio.

    Come Trinacria, schierandoci dalla parte dei siciliani che hanno a cuore la propria terra e, di conseguenza, la propria lingua, non possiamo che essere felici di questa iniziativa e vogliosi di farne parte.

    Diceva Ignazio Buttitta che per ridurre al silenzio un popolo, per metterlo in catene non servono solo le armi e la violenza fisica. È la cancellazione dell’identità che lo rende vinto e, per questo, lottiamo per il riconoscimento della nostra lingua. Vogliamo riportare in vita il siciliano, una lingua affascinante e ricchissima, come forma di affermazione della nostra identità. Organizzare un evento sul tema nel cuore dell’Europa è, secondo noi, un grande inizio per dare visibilità a livello internazionale a questa causa. Speriamo che possa essere solo il primo momento di un percorso che restituirà la voce ai siciliani.


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