Siciliani, ebbene sì! I nostri rappresentanti nel parlamento siciliano hanno persino rinunciato a dormire venerdì notte per difendere e far valere le proprie idee, per tutelare i propri elettori e assicurarsi che venisse approvata una norma davvero fondamentale per la Sicilia: l’aumento del loro stipendio.
Si lo sappiamo, ci sarebbero stati altri milioni di problemi per cui avremmo voluto vedere i nostri deputati svegli fino a tarda notte: la disoccupazione, l’emigrazione forzata, il dissesto idrogeologico, l’istruzione, la sanità, l’inquinamento, l’università, fino alla recente emergenza maltempo che, tra le altre cose, ha distrutto le campagne del ragusano.
A tutto questo, purtroppo, non ci hanno pensato, quando dopo una maratona di 19 ore hanno approvato la legge di stabilità del 2023, che tra le altre cose prevede anche uno stanziamento di circa un milione di euro in meno per il funzionamento degli Ersu siciliani, che si traducono in un milione di euro in meno per il diritto allo studio universitario.
Ma cosa vogliamo che siano questi problemi davanti a un’emergenza di primo ordine. I nostri deputati non arrivavano alla fine del mese: percepivano soltanto 11.100 euro lordi. Metteteci l’inflazione, il costo della vita, la benzina, il gas e la luce; insomma, erano in seria difficoltà. Per questo hanno ritenuto necessario l’aumento di 890 euro a testa, per una questione di sopravvivenza. Ce lo ha spiegato bene Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, oggi deputato regionale, durante l’agguerrito dibattito in aula durato fino a tarda notte: «con l’indennità da parlamentare arrivo a fine mese e chiedo scusa a chi purtroppo non ci arriva. Ma non ho ville, non ho yacht e non rubo, si è montato un polverone su un automatismo».
Un po’ come il reddito di cittadinanza no? Anche i percettori di reddito non hanno ville né yacht, e non arrivano alla fine del mese; strano però che nessun deputato regionale abbia perso neppure un attimo di sonno per difendere i miseri 594,77 euro che in media vengono erogati a un percettore in Sicilia. 594,77 euro che permettono a 228.162 beneficiari, di pagare la luce e il pane, non gli yacht e le ville.
Insomma, i nostri rappresentanti forse hanno male interpretato le richieste delle piazze dei percettori che chiedono la difesa del reddito, attivandone uno ad hoc per loro; anche molto più vantaggioso, visto che prevede un aumento che corrisponde a quasi il doppio della rata mensile media del Rdc.
Però noi siamo d’accordo, non bisogna dare soldi pubblici agli sfaticati, a chi si frega lo stipendio senza fare niente, mentre c’è gente che lavora per guadagnarsi da vivere…
Bisogna subito togliere lo stipendio ai deputati regionali! Gli occupabili tutti a lavorare, chi ha famiglia a carico a fare i corsi di formazione.
«È finita la pacchia».
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