Alla luce di questi fatti, il sindaco di Augusta è intenzionato a procedere alla costituzione di parte civile del Comune in caso di rinvio a giudizio degli indagati ? Per ottenere una risposta, abbiamo indirizzato una dettagliata istanza di accesso civico al primo cittadino, chiedendo altresì di conoscere non solo le fonti e l’ammontare dei finanziamenti della propria campagna elettorale, le spese sostenute e le obbligazioni assunte per l’attività di propaganda, ma anche l’ammontare dei contributi degli industriali percepiti dal Comune di Augusta dall’inizio della sua sindacatura ad oggi. Chiediamo trasparenza anche in merito ai finanziamenti elettorali eventualmente percepiti dal Sindaco Di Mare per il tramite delle formazioni politiche a sostegno della sua candidatura.
Nell’autocertificazione su spese e contributi elettorali pubblicata sul sito del Comune di Augusta, il sindaco Di Mare dichiara di essersi avvalso esclusivamente dei mezzi di propaganda della propria formazione politica e, pertanto, di non aver sostenuto personalmente alcuna spesa né di aver assunto obbligazioni per la propria campagna elettorale. Nel settembre 2020, però, in occasione del comizio di apertura della corsa verso la sindacatura, in merito alla provenienza dei finanziamenti della propria campagna elettorale, Di Mare assicurava che «ahimé, sono soldi che sto levando alla mia famiglia, ai miei affetti, anche con l’indebitamento personale con le banche».
Dove sta allora la verità, nelle autocertificazioni formali o nelle dichiarazioni di piazza ? Lasciamo al sindaco l’onere e l’onore di rispondere ai suoi concittadini, precisando che ciò richiediamo è quanto la legge impone di rendere conoscibile a tutti i cittadini (art. 14, co.1, lett. f, d.lgs. 33/2013), consentendo altresì i controlli da parte degli enti preposti.
Con questa iniziativa, vogliamo altresì spronare i cittadini dei comuni limitrofi – Priolo, Melilli e Siracusa, in primis – a replicare e fare propria questa operazione trasparenza nei confronti dei loro sindaci.
Nella consapevolezza che l’assenza di subalternità dei rappresentanti politici agli interessi delle lobby industriali è garanzia di un minor rischio d’interferenze sulle decisioni che i pubblici amministratori sono chiamati ad assumere nell’interesse della collettività.
Coordinamento Punta Izzo Possibile
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