Dal 28 settembre, metà degli armatori della flotta peschereccia di Sciacca sono in protesta contro la continua pressione dell’Unione Europea per la demolizione dei natanti, per la quale sono stati stanziati 74 milioni di euro.
Nel bel mezzo di un periodo di crisi del settore della pesca, ecco come i pescherecci si trovano divisi tra chi non vuole abbandonare il proprio lavoro e chi è costretto ad accettare un destino infelice.
«Il numero di domande per la demolizione, è indicativo dello stato d’animo degli operatori e delle condizioni di un settore in difficoltà già da molti anni» – spiega il direttore della cooperativa Madonna del Soccorso di Sciacca.
Nonostante Sciacca sia una delle poche marinerie riuscite a garantire un cambio generazionale e a mantenere invariato il numero dei natanti, la politica nazionale e internazionale, continua a mostrare un totale disinteresse nei confronti dei lavoratori di uno dei settori cardine dell’economia siciliana e in cui rientrano il 10% del totale degli occupati
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