Lo Stato italiano e la Regione Siciliana hanno unito le forze e, al primo accenno di una possibile crisi dell’agricoltura siciliana per via della mancanza d’acqua, hanno “subito” messo in campo le risorse necessarie per contrastarla al meglio: 40 milioni di euro, ufficializzati il 29 agosto.
I conti evidentemente tornano solo per loro: 40 milioni di euro, a fronte di 2,7 miliardi di perdite stimate nel settore agricolo a causa della siccità.
Il Presidente Schifani, fiero per l’enorme risultato riscosso, ha affermato che con questa misura si da «un aiuto economico importante agli agricoltori colpiti dalla grave emergenza idrica di quest’anno. Un impegno che si concretizza grazie a un intervento congiunto dello Stato e della Regione che permetterà di dare ristoro al settore che ha sofferto più di tutti».
Non c’è che dire: la rapidità e l’importanza della somma stanziata testimoniano il profondo interesse della politica nazionale e regionale nei confronti del settore agroalimentare siciliano, che in Sicilia dà da mangiare a centinaia di migliaia di famiglie, e che quest’anno è stato colpito ulteriormente dalla siccità (per fortuna, direbbe Lollobrigida!).
È uno di quei casi in cui la realtà supera l’iperbole, in cui il distacco della politica istituzionale dalla vita e dai problemi della gente supera ogni immaginazione: intervenire dopo mesi di totale passività, dopo che centinaia di animali sono morti per la sete e tanti agricoltori sono stati costretti a svendere le proprie terre o indebitarsi, per di più stanziando una somma non all’altezza dei danni, è l’ennesima conferma di quanto la distruzione del settore agricolo siciliano non susciti alcuna preoccupazione alla nostra classe dirigente.
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