La protesta degli agricoltori e allevatori sbarca in Sicilia. Questa mattina (20 gennaio) si è svolto il primo corteo con i mezzi agricoli: partendo dall’area artigianale di Poggioreale, i trattori hanno sfilato lungo la Palermo-Sciacca per 3 km. Code infinite e traffico in tilt per diverse ore.
Un centinaio di mezzi provenienti dai comuni della Valle Del Belice, dall’Alto Belice e dalla Valle del Sosio per evidenziare i problemi del settore agricolo e chiedere maggiori investimenti al governo nazionale. C’è pure chi sfila con una cassa da morto con sù scritto «Settore agricolo».
Le ragioni della protesta
Diversi i punti di criticità individuati. Secondo i manifestanti, la nuova PAC, approvata dalla Commissione europea, ha introdotto obblighi e condizionalità che, di fatto, disincentivano l’attività di produzione primaria, spingendo le piccole imprese ad abbandonare il settore agricolo, servendosi della falsa retorica di tutela dell’ambiente.
Gli agricoltori ne chiedono la modifica affinché si possa garantire un’adeguata produzione di cibo e affinché la tutela dell’ambiente non riduca le superfici coltivate.
A ciò si aggiungono le recenti politiche che hanno introdotto nuovi strumenti di tassazione, come l’imposizione del pagamento dell’IIRPEF per i coltivatori diretti, diversi adempimenti burocratici e la miriade di adempimenti che fanno lievitare enormemente i costi di produzione sono diventati insostenibili, secondo le stile dei lavoratori del settore.
Critiche rivolte anche alla Regione Siciliana, accusata di contribuire a rallentare il processo di assegnazione delle misure di sostegno, in quanto il personale qualificato negli ispettorati è numericamente insufficiente per gestire la mole di pratiche presentate, spingendo numerosi agricoltori e allevatori a rinunciare agli aiuti.
«A fronte di un danno stimato di circa 300 milioni di euro per la riduzione della produzione in tutta la Sicilia, la Regione ha stanziato soltanto 25 milioni di euro di risarcimenti per le aziende nei prossimi due anni – spiega Lorenzo Giocondo, agricoltore di Poggioreale -. Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Siamo stanchi dei falsi proclami, delle belle promesse fatte solo a voce, adesso vogliamo i fatti. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza di un settore che permette di portare il pane in tavola a decine di migliaia di famiglie in tutta l’isola».
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