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  • Caltanissetta: in 5mila in piazza contro l’autonomia differenziata

    Caltanissetta: in 5mila in piazza contro l’autonomia differenziata

    Questa mattina più di 5mila siciliani provenienti da tutta l’isola hanno sfilato in corteo a Caltanissetta, partendo da Piazza della Repubblica per poi radunarsi sotto un palco in Corso Umberto.
    Al centro della protesta – che ha
    visto partecipare i lavoratori di Cgil e Uil Sicilia, Legacoop, Anpi, Ali Autonomie, Arci e Uisp e l’associazione Nun si parti – la ferrea opposizione di movimenti, associazioni, sindacati e del popolo siciliano alla proposta di autonomia differenziata portata avanti dal governo Meloni.

    Le ragioni della protesta

    L’opposizione unanime alla misura si basa sui risvolti negativi che questa potrebbe avere per la Sicilia. L’autonomia differenziata, infatti, nasce dalla richiesta delle regioni del Nord Italia – con in testa Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna – di potersi affrancare dalla gestione statale in materie fondamentali quali salute, istruzione e mobilità, delegando queste competenze alle singole Regioni. Tutte materie, su cui in Sicilia si registrano già carenze notevoli, come mostrano i numeri della migrazione sanitaria o quelli del tempo pieno nella scuola primaria, che evidenziano l’enorme distanza tra l’isola e le regioni settentrionali. Un provvedimento, dunque, che peggiorerà – se possibile – ancor di più le condizioni di vita in Sicilia, e che incentiverà l’emigrazione e lo spopolamento.

    La scelta di scendere in piazza a Caltanissetta non è, infatti, casuale: i manifestanti hanno voluto sottolineare come l’autonomia differenziata colpirà soprattutto le zone già in difficoltà della Sicilia – in particolare le zone interne come Caltanissetta, una città da record per emigrazione giovanile.

    «Nun si parti»: l’urgenza di fermare l’emigrazione dalla Sicilia

    A scendere in piazza anche l’associazione Nun si parti contro l’emigrazione dalla Sicilia, che negli scorsi mesi ha organizzato diversi presidi, iniziative e manifestazioni di protesta e di sensibilizzazione sul fenomeno.
    Dietro lo striscione non solo giovani, ma anche lavoratori e disoccupati perché il ricatto dell’emigrazione colpisce l’intera società siciliana.
    Solo all’estero – non contando dunque gli emigrati nelle altre regioni d’Italia – secondo l’Aire vivono circa 800mila siciliani: più di quanti ne vivano attualmente nel capoluogo.

    Il fenomeno dell’emigrazione è strettamente connesso alla mancanza di investimenti e alla scarsa qualità dei servizi, che non consente ai giovani e ai meno giovani di potersi costruire un futuro dignitoso in Sicilia. L’attuazione dell’autonomia differenziata non solo acuirebbe ancor di più le carenze che la nostra isola vive, ma leverebbe definitivamente la speranza a migliaia di giovani di poter immaginare un futuro nella loro terra.
    L’opposizione alla misura, dunque, si accompagna alla forte rivendicazione di investimenti, infrastrutture, e garanzia di servizi pubblici e lavoro sull’isola.


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