In soli 5 anni la Sicilia ha perso 42 mila studenti e l’autonomia scolastica su 103 scuole. Sono questi i dati rilevati dall’ufficio di statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, messi in luce in un comunicato stampa del sindacato Flc Cgil Sicilia.

Oltre l’accorpamento amministrativo, che si verifica nel caso in cui un istituto scolastico non riesca a superare la soglia minima di studenti iscritti; su 103 scuole, 47 sedi sono completamente chiuse: 15 edifici scolastici dell’infanzia, 19 della primaria e 13 della secondaria di primo grado.

Tutto ciò è figlio di leggi sul dimensionamento scolastico che mirano alla creazione di istituti scolastici centralizzati e di grandi dimensioni, mettendo in secondo piano il diritto allo studio degli abitanti dei piccoli comuni.

A contribuire al progressivo calo del numero di iscritti nelle scuole, c’è sicuramente pure il fenomeno dell’emigrazione forzata. I recenti studi della Svimez, infatti, fanno emergere dati sconcertanti: ogni anno dalla Sicilia emigrano 15 Mila persone, di cui 7000 giovani laureati. Si tratta di persone che, pur desiderandolo, molto spesso non hanno l’opportunità di rientrare nella propria terra natale, contribuendo a determinare lo spopolamento dei piccoli centri e il calo delle nascite nella nostra isola.
Di fatto, l’emigrazione forzata incentiva il processo di spopolamento in atto, diventando causa ed effetto di procedimenti come il dimensionamento scolastico.

È incredibile pensare che tutto ciò avvenga nell’assoluto silenzio e nella totale inerzia delle istituzioni, con il benestare dello Stato italiano.

Pretendiamo di vivere in condizioni dignitose, non è accettabile che servizi basilari come l’istruzione e la formazione diventino attività precarie e a giovamento di pochi.