Questo pomeriggio nelle strade di Niscemi centinaia di persone da tutta la Sicilia sono scese in piazza per le strade della città al grido di «No alla guerra! Smilitarizziamo la Sicilia!».
L’appello del Movimento No Muos
La manifestazione, organizzata dal movimento No Muos, è stata chiamata come risposta agli eventi bellici che da settimane stanno prendendo piede in Ucraina.
Dopo le tante piazze organizzate sul tema della guerra, anche il movimento NO Muos ha voluto ribadire la propria opposizione al conflitto per le strade di Niscemi – città nella quale si trova una delle quattro stazioni da terra del MUOS, il sistema di telecomunicazioni ad alta frequenza del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Per il movimento No Muos, il conflitto in Ucraina è solamente una delle conseguenze della competizione imperialista per la spartizione del pianeta. Una guerra iniziata nel 2014 nel Donbass con la resistenza delle milizie popolari all’aggressione dell’Ucraina, che ha già fatto oltre 14mila morti.
Ma la guerra è diventata anche un’occasione per prorogare lo stato d’emergenza e limitare ulteriormente il diritto al dissenso e alla protesta. Dopo la fine dello stato di emergenza pandemico, dal 31 marzo il governo Draghi ha già annunciato l’inizio dello stato d’emergenza bellico.
I soldi che il governo italiano ha già stanziato e che stanzierà in futuro per la guerra in Ucraina – i primi 170 milioni qualche giorno fa – si aggiungono ai 70 milioni al giorno di spese militari. Tutti soldi sottratti alla popolazione per portare avanti gli interessi di monopoli e grandi aziende.
No alla guerra! Smilitarizziamo la Sicilia!
Ma la Sicilia ha un motivo in più per scendere in piazza. Le conseguenze di questo conflitto colpiscono direttamente la popolazione siciliana, che già ad inizio anno ha subito una serie di rincari pesanti dei prezzi dei beni di prima necessità, soprattutto in campo energetico. Benzina, gas, luce, ma anche pane e farinacei: la guerra è entrata nelle case di tutti e sta destabilizzando gravemente la quotidianità della popolazione.
La Sicilia, in particolar modo, con le numerose basi militari che costellano il suo territorio, rappresenta un fondamentale avamposto militare per i piani degli Stati Uniti e della Nato. Sono 28 i presidi militari sul nostro territorio tra basi militari, portaerei, centri di stoccaggio e attracchi per sommergibili nucleari.
Il coinvolgimento della nostra terra nel conflitto ucraino è avvenuto sin dal primo giorno: i droni che sorvolano i cieli ucraini partono da Sigonella e gli ordini di guerra transitano dalla stazione Muos di Niscemi.
La partecipazione della nostra isola alla guerra espone il popolo siciliano al rischio concreto di ritorsioni militari, essendo questa un possibile obbiettivo strategico di grande rilevanza.
Contro ogni imperialismo
La piazza di questo pomeriggio a Niscemi ha ribadito che non è possibile schierarsi né con Putin né con la Nato. La propaganda martellante che tende a esaltare o condannare gli estremi opposti ha il solo scopo di proteggere la guerra e aizzare il conflitto: non è possibile prendere posizione se non contro gli oppressori.
Un conflitto che si sta giocando sulla pelle della popolazione Ucraina, per gli interessi di aziende produttrici di armamenti come la Leonardo, la BAE Systems, la Northrop Grumman Corporation, e dei monopoli del petrolio e dell’energia come Shell, Total, Gazprom ed Eni.
Contro tutti gli imperialismi e contro le loro guerre omicide bisogna ribadire il no dei siciliani all’utilizzo strumentale della nostra terra e la necessità di smilitarizzare la nostra isola, per sottrarla ai giochi dei potenti.
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