Il 19 ottobre 1944 rimase impresso nella memoria di Palermo come uno dei giorni più bui della sua storia. Quella giornata, conosciuta come la Strage del Pane, vide la violenza sconvolgere le strade di via Maqueda, lasciando dietro di sé un tragico bilancio di morti e feriti. Tra gli ultimi sopravvissuti a quel terribile evento si distingueva Balistreri, una figura venerata per il suo coraggio e la sua resilienza.
Il suo nome risuona oggi con un mix di reverenza e dolore mentre amici, familiari e la comunità nel suo insieme si riuniscono per commemorare la sua vita e il suo lascito. La camera ardente, allestita al Palm Resort Senior di Casteldaccia, diventa il luogo in cui si intrecciano ricordi e riconoscimenti per un uomo che ha vissuto oltre novant’anni, portando con sé il peso di una tragedia che ha segnato per sempre la sua esistenza.
Attraverso un importante lavoro storico e di documentazione, Buscemi ha illuminato gli eventi e le crudeltà della Strage del Pane, restituendo voce alle vittime e alle loro storie. È grazie a lui che siamo in grado di comprendere appieno l’orrore vissuto da Balistreri e da coloro che con lui hanno condiviso quel tragico destino che ha visto un massacro che provocò 24 morti e 158 feriti.
«In una città devastata dai bombardamenti e prostrata dalla fame, il malcontento della gente era alle stelle»
Balistreri, undici anni al momento degli eventi, si trovava per caso in via Maqueda quando la tragedia ha avuto luogo. Colpito da un proiettile alla gamba destra, ha visto la morte strappare via la vita di un amico, mentre lui stesso lottava per la sua sopravvivenza. Il coraggio di Domenico Cordone, che ha sacrificato la propria vita per proteggere il suo amico, rimane un segno tangibile della brutalità di quei momenti.
Le parole di Balistreri, raccolte anni dopo, dipingono un quadro vivido di quel giorno fatidico. La ferita fisica è stata solo l’inizio di una lunga battaglia per la guarigione, mentre le cicatrici emotive continuavano a bruciare nel profondo della sua anima. Il dolore e la sofferenza, testimoniati dalle sue stesse parole, sono diventati parte integrante della sua identità, plasmando la sua visione del mondo e la sua lotta per la giustizia.
Ma la memoria di Balistreri va oltre la tragedia che ha segnato la sua gioventù. È stato un uomo che ha trasmesso forza e determinazione a coloro che gli stavano vicino, ispirando con il suo esempio e la sua grinta.
Oggi, mentre la comunità si prepara a dire addio all’ufficiale Balistreri, il suo ricordo continua a vivere nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto e amato. La sua storia rimane un monito contro l’ingiustizia e la violenza, un richiamo costante a perseguire la pace e la giustizia per tutte le vittime di atrocità simili. Che il suo spirito coraggioso possa continuare a illuminare il cammino di coloro che cercano la verità.
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