Il Fronte di Liberazione Nazionale Corso ha rivendicato, in un comunicato autenticato inviato a Corse-Matin, 16 azioni perpetrate nei confronti di seconde case, imprese edili, un campeggio e due mezzi della polizia. Firmato dalla struttura clandestina, che riunisce l’Unione dei Combattenti e il 22 ottobre, il testo è dedicato alla memoria di Yvan Colonna, assassinato nel carcere di Arles lo scorso marzo.
Nel documento di quattro pagine, il FLNC afferma che l’orizzonte si sta oscurando per la Corsica. «Il nostro Paese sta affrontando una serie di problemi che stanno ora trascinando il nostro popolo in un conto alla rovescia mortale».
L’Egemonia di Femu a Corsica
«L’ambiente politico nazionale, ma anche francese e internazionale, non fa presagire una possibilità vicina della nostra salvaguardia come popolo sovrano» – affermano, puntando il dito contro molteplici responsabilità. Prima tra tutte, la strategia politica della maggioranza territoriale: «Nella nostra terra, le elezioni legislative francesi hanno confermato la volontà di egemonia dell’attuale gruppo a capo della Collettività della Corsica. “Femu a Corsica” si è impiegato per non perdere una briciola del suo potere locale. E anche se la mappa legislativa francese sulla terra di Corsica non cambia, questa elezione lascia un nuovo amaro sapore di totale assenza di ricerca di sinergie politiche».
Postnazionalismo
E continuano: «La scelta di accentrare la strategia di gestione attorno al Presidente dell’Esecutivo e alla sua fazione è assunta da Gilles Simeoni. La sua strada è tracciata e affermata dal 2017. Chi non vi aderisce viene emarginato. A prescindere da quale sia la loro storia politica e le loro capacità. Vediamo emergere nell’universo politico corso persone che rappresentano perfettamente ciò che abbiamo chiamato in una precedente comunicazione “post nazionalismo”. Una forma di patriottismo radical chic, di presunta soddisfazione di sé, qualunque sia il risultato ottenuto».
La verità sull’assassinio di Yvan Colonna
Il FLNC poi consegna la sua analisi sulla situazione della Francia «ormai invischiata in un’Assemblea senza maggioranza assoluta con un presidente sconfessato da un’astensione da record e un’estrema destra che ha il gruppo più numeroso. L’atteggiamento della Francia nei confronti del nostro popolo e dei nostri funzionari eletti raramente è stato così sprezzante e condiscendente. Stiamo ancora aspettando la verità sull’assassinio di Yvan Colonna, ma sappiamo che non l’avremo mai. La Francia sa meglio di chiunque altro come nascondere le sue ignominie».
Il popolo corso sta morendo
Per il Fronte il «popolo corso muore e scompare». «È un’osservazione che fanno oggi tutti i corsi, nazionalisti o meno».
Il FLNC denuncia «la colonizzazione degli insediamenti che distrugge la struttura sociale, culturale ed economica del popolo corso». Il testo sottolinea anche «una cementificazione della Corsica che non serve ai Corsi e un consumo di droga che alimenta il traffico».
Pessimista sulle discussioni con Parigi
A meno di dieci giorni dal primo incontro a Parigi tra gli eletti dell’isola e il ministro dell’Interno sul futuro istituzionale dell’isola – previsto per il 20 luglio – il FLNC si dice «estremamente pessimista».
«Alcuni sono estasiati da un momento storico, da una situazione che apre a un futuro più luminoso per il nostro popolo. In questo momento, nulla sembra confermarlo, tranne una serie di incontri tra Parigi e la Corsica. Ennesimi incontri e discussioni che in passato non hanno dato speranza per il futuro».
Le responsabilità del Presidente dell’Esecutivo
Per quanto riguarda le discussioni con il ministro Gérald Darmanin, il FLNC ritiene che questi negoziati debbano «porsi all’apice delle esigenze storiche della lotta di liberazione nazionale» e attorno a tre punti:
- Riconoscimento ufficiale del popolo corso;
- Istituzione di un’autonomia politica transitoria immediata;
- Accesso all’autodeterminazione entro 5 anni con definizione dell’elettorato.
E esortano «il Presidente dell’Esecutivo a prendere senza indugio la misura delle sue responsabilità. Se per il momento rimane il capo designato dei rapporti con la Francia, dovrà potersi federare per ricostruire la strada dell’autodeterminazione cercando sinergie in Corsica e in Europa, piuttosto che in Francia. Allora renderà valido ciò a cui abbiamo partecipato dal 2014 e 2016, periodo della progressiva smilitarizzazione dello spazio militare».
«Il percorso sarà difficile» – sottolineano i clandestini, per i quali «l’orizzonte [potrebbe] diventare più chiaro attorno a una strategica unità di forze patriottiche».
Le azioni rivendicate
Dall’inizio dell’anno e dalla ripresa delle azioni violente rivolte principalmente alle seconde case non era ancora stata avanzata alcuna paternità.
Oggi il movimento clandestino ne ha rivendicate 16:
- Veicolo della Polizia Saint Antoine (Bastia)
- Veicolo della polizia (Lupinu)
- Impresa edile AM Costruzioni (Lucciana)
- Impresa Edilizia Naaim AH (Prunelli di Fium’orbu)
- Residenza Ghisunaccia
- Residenza Anna Lesia (Corti)
- Residenza Delarue (Carghjese)
- Residenza (Carghjese)
- Residenza Da Silva (Tavacu)
- Bungalows Camping Cap Fun (Aleria)
- Residenza Brandu
- Residenza Brandu
- Residenza Cambia
- Residenza Linguizetta
- Residenza Santa Lucia di Porti Vechju
- Residence Capu di Fenu (SCI Mirand)
Il FLNC non si esprimeva dallo scorso marzo e dall’assassinio di Yvan Colonna. Con questo comunicato minaccia di tornare in azione.
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