«Non una festa, ma una giornata di lotta». Con l’obbiettivo di rendere l’8 marzo un giorno non soltanto commemorativo, questa mattina le studentesse dell’Università degli Studi di Palermo hanno sfilato in corteo lungo viale delle Scienze, partendo dalla mensa del Santi Romano e arrivando davati all’Edificio 12.
Il corteo è stato organizzato da collettivi e associazioni universitari quali Collettivo Medusa, Rum, Udu, Vivere, Intesa donne, Onda universitaria, Impronta Studentessa, UniXcento e Potere e Sapere, con il patrocinio dell’Università di Palermo tramite il supporto delle Prorettrici all Diritto allo Studio e alle Pari Opportunità.
Non una festa ma una giornata di lotta
Durante la mattinata, le studentesse sono intervenute al microfono e hanno presentato i temi della manifestazione: dalla necessità di momenti di mobilitazione collettiva al diritto all’aborto, la contraccezione gratuita, il gap salariale, il valore del lavoro di cura; ma anche temi strettamente legati al mondo accademico, come la necessità di rimodulare i programmi dando centralità alla storia e al contributo delle donne e avere accesso gratuito a tamponi e assorbenti e il congedo mestruale.
«Con questa mobilitazione abbiamo voluto dare un segnale importante all’interno dell’università – si legge in una nota – soprattutto a seguito del grave caso di sessismo che ha coinvolto il dipartimento di Economia lo scorso dicembre e che ha fatto emergere l’esigenza da parte della comunità accademica di riunirsi intorno al tema della violenza sulle donne e di costruire, soprattutto, percorsi di lotta e di emancipazione».
E prosegue «in quanto studentesse, ricercatrici, docenti e prorettrici dell’Università di Palermo abbiamo voluto ribadire la necessità di difendere i diritti finora acquisiti e di continuare a batterci per una vera emancipazione in una società, e in particolare in un mondo accademico, ancora fortemente patriarcale». Il corteo si è concluso con una assemblea davanti all’Edificio 12, durante la quale si è proseguito con gli interventi.
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