Il 2022 è appena cominciato. Chissà che cosa ci riserverà l’anno nuovo; di sicuro le elezioni regionali. In autunno si voterà il prossimo presidente della nostra isola. La campagna elettorale è già iniziata, lo si vede dai vari proclami dei soliti professionisti della politica che, risvegliatisi dal letargo, lanciano sentenze e promesse sul futuro della Sicilia. La notizia della possibile ricandidatura di Musumeci aveva tenuto tutti col fiato sospeso. Finalmente il presidente uscente ha rotto gli indugi: ci riprova. Lo ha comunicato ufficialmente, qualche giorno fa, durante la convention di “Diventerà Bellissima” a Catania.
Rispolveriamo il vecchio programma
Ma non c’erano dubbi in effetti: dopo l’ottimo lavoro che Musumeci ha svolto negli ultimi cinque anni, come poteva non ripresentarsi? La notizia ci ha immediatamente rassicurati, ci sentivamo persi d’altronde al solo pensiero di doverci affidare a qualcun altro per il governo della nostra isola. Quindi, innanzitutto, grazie Nello!
Questi cinque anni sono stati incredibili, il lavoro della giunta regionale per la nostra terra è stato costante e instancabile. Un’abnegazione totale per risollevare le sorti dei siciliani è lo spirito che ha guidato Nello e i suoi fedeli collaboratori.
Non ci aspettavamo il suo ritorno in pista, ma insomma quando uno ha grandi obiettivi cinque anni non possono bastare. E gli obiettivi che il nostro Musumeci aveva erano davvero tantissimi. Leggendo il suo programma elettorale del 2017, già la prima pagina è di forte eloquenza: «Vi spiego come questa terra diventerà bellissima». E forse Nello ce lo doveva spiegare un po’ meglio perché non so voi, ma noi non l’abbiamo capito molto bene.
Tra le aree di intervento presentate cinque anni fa non manca nulla: cultura e turismo, efficienza della macchina amministrativa, infrastrutture e trasporti, innovazione digitale, istruzione formazione e lavoro, politiche sociali, rifiuti, salute, sviluppo economico, sviluppo rurale, territorio e sostenibilità. Un piacere per gli occhi questa task di obiettivi.
E non sono da meno i punti programmatici. Si promettevano riforme del settore su diversi ambiti. Investimenti sul patrimonio culturale e la sua tutela, miglioramento del settore turistico e incentivi agli operatori. La macchina amministrativa regionale sarebbe diventata un esempio di efficienza e sburocratizzazione. Per non parlare delle infrastrutture e i trasporti: ferrovie, strade, autostrade, trasporti pubblici, aeroporti, continuità territoriale, persino il ponte sullo Stretto! Nello lo aveva inserito nel programma eh!
E poi ancora sul lavoro, un programma straordinario per l’occupazione in Sicilia. Avete capito bene: straordinario! Si doveva riorganizzare il welfare regionale, politiche di supporto alle famiglie, integrazione sociosanitaria…
I cavalli di battaglia
E non finisce qui, c’era anche il tema preferito del nostro Musumeci: i rifiuti! A leggere il suo programma lo si potrebbe scambiare per Nello dei Verdi: modifica del sistema di raccolta differenziata e aumento della percentuale della stessa, riduzione del conferimento in discarica, incremento degli impianti di compostaggio, riduzione dei rifiuti, riciclo degli scarti… insomma mancava solo che promettesse borracce gratis e cibi veg per tutti!
Persino sull’economia e lo sviluppo rurale non si era fatto parlar dietro: grandi riforme per contrastare la «non cultura di impresa che risulta essere distruttiva per la nostra regione», e anche su questo giù di promesse e belle formulette.
E poi arriviamo al tema del momento, la salute. Nel 2017 la pandemia non era nemmeno nei nostri incubi peggiori, ma Nello dimostrava già lungimiranza. E infatti aveva promesso una bella riforma per efficientare il servizio sanitario regionale. Implementare la rete e le strutture del territorio, l’offerta ospedaliera, qualificazione del personale sanitario. Insomma anche un crocerossino il nostro Nello! Ma che lui alla salute dei siciliani ci tenga non è un segreto per nessuno, non avrebbe sennò nominato – non una ma ben due volte – il suo pupillo Ruggero Razza, che da bravo assessore, è riuscito a spalmare il debito, anzi no il personale, ah no scusate erano i morti di Covid.
Buona la prima, o forse no
Ma adesso a parte gli scherzi, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Non saremmo onesti ad affermare che Musumeci non ha fatto nulla in questi cinque anni, anzi forse ha fatto anche troppo.
E infatti, ha tutelato la precarietà e la disoccupazione di migliaia di siciliani e siciliane, ha nominato come assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana un bel fiero leghista, perché si sa che la Lega Nord è una rinomata fan della nostra cultura; ha garantito che le centinaia di cantieri aperti, o non aperti, rimanessero tali; che le province che nel 2017 non avevano ancora un km di autostrada, continuassero a godere delle proprie strade dissestate. Si è impegnato per non trovare nessuna soluzione al dissesto idrogeologico che ogni anno ci fa contare i morti per le piogge – tranne che quello della base militare americana di Sigonella, per quella si è impegnato di attivare investimenti e interventi il prima possibile.
Neppure nel campo dei rifiuti si può dire che non abbia raggiunto grandi traguardi, ricordate le belle parole sulla differenziata, la riduzione dei rifiuti e il riciclo? Dimenticatevele, ha pubblicato un bando per due inceneritori sull’isola che causeranno malattie e morte ai siciliani.
E sulla tutela del territorio, del resto, lui è un campione: a tutte le valutazioni di impatto ambientale favorevoli del Ministero dell’Ambiente su trivelle, impianti inquinanti, speculazioni sulle rinnovabili, la Regione Siciliana non si è mai opposta.
Anche per quanto riguarda i progetti del PNRR, che potevano essere un’occasione di miglioramento per diversi ambiti di arretratezza dell’isola, il governo regionale ha perso il treno (ma in Sicilia del resto non è difficile) non presentando alcun progetto degno di nota, perdendosi per mesi in inutili e vergognose discussioni sul Ponte di Messina. Ricordiamo, ad esempio, quando qualche mese fa per incompetenza degli uffici dell’Assessorato regionale alle risorse agricole, la Sicilia ha perso 760 milioni di euro per decine di progetti che erano stati presentati al Ministero non rispettando i criteri richiesti.
Ci sembra scontato persino ribadire la pessima gestione dell’emergenza. Dagli scandali sanità, ai pochissimi posti di terapia intensiva, fino ai presidi sanitari senza medici. La malasanità in Sicilia fa troppi morti, mentre negli assessorati si pensa a fare passerelle e interviste.
Caro Nello
Insomma caro Nello, tu di bilanci del tuo operato negli ultimi mesi ne hai fatti pure troppi, e in tutti ti sei raccontato come la migliore benedizione per questa terra. Ti vogliamo dare un consiglio: chiuditi nella tua cameretta ogni tanto, passati una mano sulla coscienza e arriva alla conclusione che non ne hai azzeccata una! Hai già fatto tanti danni, ti sei intascato tanti dei nostri soldi con il tuo per nulla modesto stipendio, e hai collezionato già tante brutte figure. Ascolta noi, goditi la vecchiaia, la pensione, e vattene a casa. Buona la prima ma NON vogliamo il bis!
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