Si avvicina il 13 gennaio, data in cui il TAR di Catania dovrà esprimersi in merito alla vicenda relativa all’autorizzazione rilasciata dal Comune di Modica alla società Biomatenao Ibleo Srl per la realizzazione dell’impianto di biometano in contrada Zimmardo- Bellamagna, all’interno del territorio di Modica, ma alle porte di Pozzallo. Il Biometano è il gas prodotto dalla fermentazione senza ossigeno delle biomasse (residui organici o vegetali, liquami, scarti o prodotti agricoli). Si tratta di una miscela di vari tipi di gas, costituita prevalentemente da metano (almeno il 50%) e anidride carbonica. I rischi per la salute e i danni agli ecosistemi sono notevoli. Anche rispetto alla convenienza economica, questi impianti non hanno nulla da offrire se non agli imprenditori che li costruiscono che accedono a generosi incentivi statali previsti per le “fonti rinnovabili”.
Sin dalle prime avvisaglie di questo progetto la comunità di Pozzallo si è mobilitata contro l’opera, rivendicando il proprio diritto alla salute e a poter decidere. I cittadini si sono riuniti costituendo un Comitato Cittadino Spontaneo per la Salvaguardia della Salute Pubblica e la Tutela dell’Ambiente. Abbiamo intervistato Emanuela, esponente del Comitato e cittadina di Pozzallo.
Cosa è il CSPA (Comitato Cittadino Spontaneo per la Salvaguardia della Salute Pubblica e la Tutela dell’Ambiente) a Pozzallo; da quanto esiste; per cosa si batte; chi ne fa parte?
Il Comitato Cittadino Spontaneo nasce nel dicembre 2019 a seguito dell’autorizzazione illegittima che il Comune di Modica ha rilasciato in merito al progetto di un impianto di Biogas. Prima di quella data, il Comitato non esisteva ufficialmente sulla carta; ma esisteva una forte attenzione della cittadinanza. Questo perché la stessa azienda che promuove l’impianto, in compartecipazione societaria con il Prof.re Giovanni La Via, ha ammorbato l’aria negli anni, e lo fa fino ad oggi, con le molestie odorigene che provengono da un impianto di produzione intensiva di pollame, nella zona industriale modicana ma inserita nell’ombelico della città. Per intenderci sul personaggio del prof.re La Via: è un ex europarlamentare, oggi inserito nel mondo dell’Università catanese, proprietario al 60% delle quote societarie del progetto di Biogas. E per magia è anche colui il quale spinse all’interno del Parlamento europeo per gli incentivi economici al Biogas.
Noi abitanti siamo qui, pronti a non mollare la presa e a non indietreggiare di un millimetro perché un’area come quella di Bellamagna, archeologica e di grande valore storico, non può e non deve essere massacrata dal Dio denaro, ma protetta e valorizzata nel nome del futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno.
Il Comitato si oppone alla costruzione di un impianto di Biogas, ci spieghi meglio di cosa si tratta?
Nell’estate del 2019, quando abbiamo iniziato a renderci conto della gravità di quello che stava accadendo proprio sotto il nostro naso, è iniziata la nostra odissea. Il SUAP di Modica aveva dato, in maniera illegittima, autorizzazione a una società – la Biometano Ibleo Srl – per la realizzazione di un impianto industriale di Biogas. Dico industriale perché nonostante nell’autorizzazione ci sia indicato il limite di produzione di 499 m³ all’ora, è stata aggiunta la parola “circa” e questo ci fa intendere che l’intento sia di superare i 500m cubi orari, divenendo un impianto industriale a tutti gli effetti. L’opera sorgerebbe a 700 metri lineari dal primo agglomerato urbano della zona residenziale di espansione di Pozzallo, pur essendo in territorio di Modica.
Qual è la storia di questo progetto e della vostra opposizione? Quali sono stati i passaggi precedenti?
Abbiamo avviato una raccolta firme che ha raggiunto le 12.000 sottoscrizioni – di cui 8.000 cartacee, nel giro di 48 ore, e le altre quasi 4000 online con una petizione.
Il dissenso si è diffuso nella città di Pozzallo e non solo – perché comunque andrebbe a sconvolgere tutta l’area iblea – e hanno partecipato alle mobilitazioni anche cittadini modicani e di paesi limitrofi.
Il nostro dissenso lo abbiamo manifestato in ogni modo: con flash mob, sit-in, manifestazioni, volantinaggi, banchetti informativi; abbiamo organizzato l’incursione presso l’aula consiliare del Comune di Modica dove abbiamo simbolicamente consegnato le nostre chiavi, perché abbiamo definito ciò che sta accadendo uno sfratto coatto da parte dell’amministrazione comunale modicana.
Al momento siamo in attesa. Il TAR, il 13 di gennaio, deciderà se questo paese rimarrà un paese a vocazione turistica, la cui economia ruota tutta intorno al mare e ai servizi turistici, oppure si trasformerà in un lazzaretto; perché la puzza e l’inquinamento saranno infestanti.
Tra l’altro, la nostra è un’area a rischio idrogeologico; quindi qualunque smottamento, apertura delle vasche o rottura dell’impianto andrebbe a inquinare le falde acquifere che sono a monte del progetto di approvvigionamento idrico dell’acquedotto comunale. Come se non bastasse, l’area di Bellamagna, dove insiste il progetto, è una delle aree archeologiche più importanti della Sicilia sud orientale, che volutamente non è stata mai valorizzata dal Comune di Modica. L’area rappresenta uno spettacolo archeologico di testimonianza rurale.
Cosa succederà in caso di esito favorevole della sentenza del Tar?
Nel caso di sentenza favorevole la società potrà dar via alla costruzione dell’impianto già dal 14 gennaio, salvo un rinvio. Significa che noi entro il mese di giugno avremo un impianto di Biogas funzionante. I cittadini e le cittadine di Pozzallo non potranno assolutamente assistere al massacro di una comunità. Noi lavoriamo e viviamo dal punto di vista economico grazie alle strutture turistico ricettive che sono nate negli ultimi 10 anni e che vivono solo d’estate. Le estati sono già ridotte all’osso per incompetenze delle amministrazioni comunale e regionale. Noi viviamo 40 giorni l’anno; e vogliono toglierci anche questo. Puzza, trasporto di 65 camion al giorno che vanno e vengono, nocività: questo ci aspetta.
Quali sono i prossimi passaggi della mobilitazione?
Non aspettiamo la sentenza con le mani in mano; venerdì 10 dicembre abbiamo appuntamento alle ore 12.00 con i rappresentanti del Comune di Pozzallo e i legali che hanno seguito il ricorso ad adiuvandum che ha avviato il Comune. L’intento è quello di potere coordinare con l’ente pubblico una linea di azione contrastante che sia unitaria. Noi speriamo che il giudice abbia la lungimiranza di percepire il malessere di una collettività e che possa, nel giudizio che darà giorno 13, ovviare a problematiche di insurrezione cittadina che avverranno nel caso di approvazione del progetto. Speriamo che anche dalla Srl si renderanno conto che «laddove non ti sorride l’uscio di casa, non dovresti nemmeno metterci piede». Non è possibile che certa gente venga a distruggere la nostra economia e il nostro territorio per interessi personali, scavalcando quelli di 20.000 abitanti.
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