I membri del coordinamento Eólica Así Non, riuniti nel parco dell’Alameda di Compostela alle 12 – da dove è partita la marcia – affermavano che «questo è il momento di rompere con la logica capitalista di produzione e consumo di energia, basata sulla distruzione dell’ambiente, sul saccheggio delle risorse e sulla produzione intensiva e centralizzata di energia da parte di un oligopolio energetico che tiene prigioniera la società al servizio degli interessi privati». Hanno denunciato che questo modello predatorio, tipico del sistema di produzione di energia fossile, è ora destinato ad affermarsi come modello dominante nell’implementazione delle energie rinnovabili, mantenendo così il ruolo della Galizia come fornitore di energia a basso costo per soddisfare la domanda di altri non-territori produttori e iperconsumatori, sacrificando l’ambiente.
Le vittime dell’invasione eolica presentano un’alternativa
Questa alternativa, concordata da un’ampia gamma di gruppi rappresentativi galiziani di diversi campi e preoccupazioni sociali, pone la protezione dell’ambiente alla base dell’attuale transizione ecologica, facendo appello al rigoroso rispetto delle normative ambientali e all’espansione degli spazi naturali protetti, sia sulla terraferma che in mare, dove la biodiversità e la pesca sono tutt’ora minacciate anche dalle mareggiate. I gruppi richiedono un modello energetico che rispetti il patrimonio culturale e non comprometta l’indipendenza alimentare della Galizia né l’approvvigionamento di generi alimentari di prima necessità per la popolazione in futuro. Reclamano inoltre l’indipendenza energetica dei galiziani e il diritto dei cittadini e della pubblica amministrazione a partecipare alla gestione diretta della domanda e alla produzione di elettricità con obiettivi di efficacia ambientale e sociale. Il manifesto “Abbiamo un’alternativa!” esorta a dare priorità al risparmio e all’efficienza energetica rispetto all’aumento della produzione, dato che la Galizia ha già raggiunto gli obiettivi di produzione elettrica rinnovabile comunitari e statali – che dovevano essere raggiunti entro il 2030 – ed esporta già circa il 30% dell’elettricità che produce.
Gli enti partecipanti alla manifestazione hanno ricordato che la pianificazione eolica della Galizia è obsoleta e che manca di garanzie sociali e ambientali. Per questo motivo, hanno chiesto ancora una volta la progettazione di una pianificazione energetica a fini socio-ambientali, elaborata a partire dalla cittadinanza attiva, con l’obiettivo di far prevalere l’interesse pubblico su quello privato e considerando l’energia come bene fondamentale per la società.
La denuncia al governo regionale della Galizia e allo Stato spagnolo per aver violato la legge democratica
I gruppi e i collettivi hanno ricordato che la giustizia ha già dichiarato illegali alcune sue modifiche normative, costringendo il governo galiziano a rettificare e rispettare le leggi in vigore. «Continueremo a dimostrare in tribunale che abbiamo ragione e cercheremo la responsabilità penale. Il sistema è corrotto» – hanno avvertito le piattaforme di chi è stato colpito dalle circostanze. Il coordinamento Eólica Así Non ha anche espresso l’intenzione di continuare a espandere questo grande movimento sociale e di mobilitare il paese per garantire che la Galizia abbia un modello energetico razionale, sostenibile e più giusto nei confronti del suo territorio e della sua gente.
Infine l’attrice Isabel Risco e la narratrice Lois Pérez, hanno chiuso la protesta al grido di “Abbiamo un’alternativa, abbiamo un futuro!”, “Energia da e per il popolo!”. Al termine, il gruppo “Cuarteto de Barbude” ha interpretato l’inno galiziano.
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