L’unica ginecologa sull’isola è stata trasferita a Milazzo, e così il reparto a Lipari rimane senza medici. Non è la prima volta che si parla dell’ospedale eoliano: il nosocomio era già stato al centro del dibattito per le sue grosse carenze di organico, che avevano portato anche alla morte di una giovane donna.
Dopo quel tragico evento e la conseguente protesta da parte della comunità locale, l’ospedale era stato attenzionato e qualche piccolo aggiustamento era stato fatto, a fronte di una pianta organica più che dimezzata rispetto alle necessità dell’isola.
Ma di Lipari si torna a parlare con cadenza fissa. Ad oggi, oltre ginecologia, mancano anche cardiologia e chirurgia; probabilmente i reparti più cruciali in un ospedale isolano.
È evidente come queste carenze siano frutto della cattiva gestione della sanità pubblica che mette in ginocchio le strutture delle zone marginali, come le isole minori, le zone montane, le aree interne; non vi è una di queste zone della Sicilia dove in questi mesi non si siano registrati disservizi e proteste degli abitanti.
Notizie come questa sono la dimostrazione che è possibile mettere qualche pezza di qua e di là, ma che se non si ripensa radicalmente il sistema sanitario non sarà possibile per i siciliani ottenere il diritto alla salute e alla vita.
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