Il 19 marzo alle ore 19.00 Giacomo Sferlazzo si esibirà a Palermo al Teatro dell’opera dei pupi Carlo Magno di Enzo Mancuso con il suo nuovo spettacolo “Comu na nuci dintra un saccu”.
13 canzoni voce e chitarra in lingua siciliana e un cartellone da cantastorie rielaborato da mastro Nicoletto D’Imperio della compagni d’arte Kalura Meridionalismo. Sferlazzo suonerà anche a Lampedusa a PortoM il 12 marzo, a Caltanissetta all’ Street Factory eCLettica il 15 marzo, a Brolo alla Sala Rita Adria il 18 marzo e a Linosa al Dammuso (Giovanni Giardina) l’8 di aprile.
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Il nuovo album
“Comu na nuci dintra un sacc” è stato prodotto con la giovane etichetta siciliana Suoni Indelebili e realizzato anche grazie ad una campagna di raccolta fondi.
Il 30 marzo l’album uscirà su tutte le piattaforme digitali e dal 20 febbraio sarà disponibile in formato CD.
Un proverbio siciliano recita: na nuci dintra un saccu unnu scrusci che in italiano significa: una noce dentro un sacco non fa rumore. Il proverbio sta ad indicare l’impossibilità di un singolo di farsi ascoltare o di cambiare le cose, specie a livello politico e sociale.
Dice Sferlazzo: «Mi sono sentito spesso come una noce dentro un sacco, ascoltando il mio suono dall’interno e cercando di far entrare in risonanza le altre voci isolate. Se è vero che da soli è difficile fare tutto, è anche vero che qualcuno deve cominciare a vibrare per fare in modo di generare quel rumore necessario al risveglio e all’aggregazione».
Tredici canzoni scritte e interpretate da Sferlazzo che suona la chitarra classica cantando poesie, storie e filastrocche in dialetto lampedusano.
Alle registrazioni audio, mixaggio e mastering Jacopo Andreini che come accade oramai dal 2013 è sempre presente nei progetti musicali di Sferlazzo.
Un album pensato per essere suonato dal vivo con l’ausilio delle stampe realizzate da Kalura, che ha anche curato le grafiche del libretto e che in alcune occasioni accompagnerà Giacomo esponendo le stampe durante i concerti e componendo una scenografia che tenta di rielaborare il cartellone da cantastorie.
Kalura ci dice: «Ho seguito Sferlazzo in questa avventura nella realizzazione delle illustrazioni con le quali abbiamo pensato questi allestimenti, un cartellone tipico dei cantastorie, che esplode in un ipertesto, tradizione in mutamento e che ritorna all’origine. In via del tutto sperimentale, mescoleremo i nostri linguaggi artistici unendo ritmi, note, numeri, geometrie, colori e parole. Negli spettacoli, visto che si sente aria di Sicilia, mi porterò un mazzo di tarocchi siciliani, quindi più che parlare di sperimentazione, si dovrebbe parlare di un vero e proprio gioco».
Per maggiori info:
https://ilfigliodiabele.wixsite.com/comunanuci
ifiglidiabele@gmail.com
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