Dopo la decisione dell’Aifa di declassare il farmaco Baqsimi – uno spry nasale a base di glucagone – da fascia “A” a fascia “C”, le spese per l’acquisto di quest’ultimo saranno totalmente a carico delle famiglie dei 2000 bambini siciliani affetti da diabete, perché – come affermato dall’assessore Volo – la Regione non è in grado di garantire l’accesso gratuito al farmaco in quanto risulta impossibile “stanziare risorse extra Lea”.
Il Baqsimi è un farmaco salvavita monodose dal costo di 84,17 euro a confezione, in grado di garantire un rimedio immediato e di facile somministrazione per le gravi e frquenti crisi ipoglicemiche – spesso mortali – che colpiscono i giovani pazienti.
Che il costo della vita sia sempre più alto è purtroppo un dato di fatto. Ma che il confine tra la vita e la morte di centinaia di bambini affetti da diabete mellito sia determinato da quanto le famiglie siciliane siano in grado di spendere è tutt’altra storia. Imporre una spesa del genere significa costringere migliaia di famiglie a dare un prezzo alla vita dei propri figli che purtroppo non tutti sono in grado di pagare.
L’ennesima beffa alla sanità “pubblica” in Sicilia e al diritto alla cura dei Siciliani, già minati da anni di definanziamenti e tagli alla spesa pubblica che costringono i Siciliani a convivere con infrastutture inaduegate e mancanza di servizi essenziali, al punto di privare chi ne ha bisogno dei trattamenti necessarie, trasformando sempre più l’accesso alle cure in un privilegio riservato a pochissimi.
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