La protesta dei trattori arriva anche sulle Madonie. Questa mattina (1 febbraio) 500 mezzi agricoli e altrettanti lavoratori del comparto hanno attraversato le principali strade dei comuni delle Alte Madonie, partendo dal ponte di Resuttano (Cl) e passando per Alimena, Bompietro e Petralia Soprana (Pa), sulla Sp19 e la Ss290. «Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro – spiega Aldo Mantegna, allevatore di Gangi -. Ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, che gravano sulle nostre tasche, non si sono accompagnate misure di sostegno né l’aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti. Ci rivolgiamo al presidente della Regione Siciliana, Schifani e all’assessore all’agricoltura, Sammartino; vogliamo che prendano una posizione chiara rispetto alle proteste: sono dalla parte degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori siciliani? Se sì, chiediamo che intervengano sulle materie di loro competenza e che si facciano portavoce con il governo nazionale ed europeo». I manifestanti inoltreranno un documento con alcune rivendicazioni più urgenti, con la richiesta di convocazione di un tavolo tecnico, a cui possano prendere parte rappresentanti del comitato madonita e i massimi rappresentanti della Regione e del comparto, entro 7 giorni. In assenza di riscontro, torneranno in piazza con iniziative più incisive.
«Chiediamo la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo – spiega Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie -, abolizione definitiva dell’IRPEF agricola e dell’IMU, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei Contributi PAC e PSR, l’immediato decreto di declaratoria di calamità naturale per l’annata agraria 2023/2024, l’aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale». «Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio – conclude Santa Gangi, portavoce del Comitato -, specialmente interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare».
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